Girando per la città italiane o in vacanza in una capitale europea ci si imbatte sempre più spesso in una serie di biciclette parcheggiate in fila, il cosiddetto bike sharing chiamato anche servizio di biciclette pubbliche.
In un ottica sempre più sostenibile molte amministrazioni pubbliche hanno deciso di favorire l’ utilizzo di biciclette perfettamente funzionanti con tutti gli accessori mtb, per andare a lavoro o semplicemente a fare una passeggiata.
Come funziona il bike sharing
Il bike sharing consiste nell’ istallazione in diverse zone della città di una serie di biciclette, che possono essere utilizzate da chi possiede la chiave o la specifica tessera.
Per usare il bike sharing bisogna quindi iscriversi per ricevere la tessera e la chiave, che sono nominali per evitare possibili furti, poichè il sistema è sempre a conoscenza di chi sta usando la bicicletta.
Il servizio è stato creato per cercare di condividere la bicicletta e dare a tutti la possibilità di utilizzare il servizio, infatti dopo una prima mezz’ ora gratuita il servizio diventa a pagamento e più uno pedala più paga.
Per quelli che sono amanti della bicicletta e della sostenibilità e scelgono di sposare a pieno questo progetto sono previsti anche degli abbonamenti annuali e mensili con dei consistenti sconti.
I finanziamenti per il bike sharing
Il bike sharing funziona molto bene in Europa, dove molte fra le città più importanti hanno ricevuto dei finanziamenti pubblici per attivare il servizio e offrirlo a prezzi bassi ai cittadini.
Anche le grandi aziende si sono avvicinate al mondo del bike sharing, infatti in città come Parigi, Londra e Barcellona, i privati hanno regalato ai comuni migliaia di biciclette in cambio della pubblicità sulle colonnine delle cabine o sulle biciclette stesse.
Questo ha portato alla nascita di vere e proprie community di condivisione della bicicletta come il Velib di Parigi, il Bicing a Barcellona e il Barclays Cycle Hire a Londra dove ormai questo servizio è famoso come gli autobus rossi e i tipici taxi inglesi.